Per poter capire come orientarsi quando si acquista un alimento per i nostri amici a quattro zampe, è importante sapere innanzitutto che esiste una normativa alla quale l’industria del petfood deve attenersi per la produzione.
Sommario:
Che cosa si intende per “carni e derivati”?
Secondo la definizione, le carni e derivati sono “tutte le parti carnose di animali terrestri a sangue caldo macellati, fresche o conservate mediante un opportuno trattamento e tutti i prodotti e i sottoprodotti provenienti dalla trasformazione del corpo e di parti del corpo di animali terrestri a sangue caldo”; leggendola, potresti spaventarti, perché diciture come “i sottoprodotti” o “le parti del corpo” si prestano ad essere male interpretati.
Cercando sul dizionario, il sottoprodotto è un prodotto risultante necessariamente da un processo indirizzato alla produzione di un altro prodotto, economicamente meno importante di quest’ultimo, rispetto al quale talvolta, grazie a favorevoli circostanze di mercato, può acquisire maggior rilevanza.
Pensiamo al vino: gli scarti della vinificazione sono le vinacce, queste ultime vengono utilizzate per la produzione della grappa; quindi, le vinacce sono il sottoprodotto della produzione del vino ma nonostante ciò sono essenziali per la produzione di distillati di alta qualità.
La legislazione europea stabilisce che i sottoprodotti di origine animale utilizzabili per la produzione del petfood sono solo quelli appartenenti alla categoria 3, che derivano da animali regolarmente macellati e destinati al consumo umano.
All’interno vi troviamo ad esempio tutte le frattaglie, che non vengono consumate dall’uomo per motivi commerciali, oppure le rifilature delle carni che originano dai laboratori di taglio e sezionamento nei quali si ottengono, a partire dalla carcassa intera dell’animale, i tagli commerciali che vedi ogni giorno sul banco del tuo macellaio.
E’ facile quindi comprendere come i sottoprodotti non siano qualcosa da temere o da guardare con sospetto, ma addirittura assumano un valore etico ed ambientale importantissimo, perché attraverso il loro utilizzo possiamo dare nuova vita a qualcosa che altrimenti andrebbe sprecato (senza contare che le frattaglie hanno per i nostri animali un valore nutrizionale importantissimo, in alcuni casi più della carne stessa). I produttori di petfood pertanto, tramite l’utilizzo dei “sottoprodotti”, svolgono un ruolo importante in materia di sostenibilità e riduzione degli sprechi.
Proteine animali trasformate
Quando nella lista degli ingredienti troviamo scritto “proteine animali trasformate”, è soltanto un altro modo per definire le farine di carne.
Infatti i nostri sottoprodotti della categoria 3 possono essere utilizzati tal quali (ad esempio per la produzione di alimenti umidi) oppure essere trasformati in farina attraverso un processo industriale chiamato rendering.
È un trattamento termico che si applica alle materie prime di origine animale che ha la finalità di garantire la sicurezza igienico-sanitaria in vista del loro utilizzo come ingredienti.
Si possono ottenere diverse tipologie di farina di carne a seconda del tipo di sottoprodotti processati: potrà variare il quantitativo di proteine, grassi e ceneri e questo influirà sicuramente sulla qualità finale della farina.
Le farine di carne possono essere composte da più fonti proteiche appartenenti a diverse specie animali oppure possono essere mono-proteiche a seconda della necessità di produzione e della richiesta di mercato.
Ciascuno stabilimento di rendering può produrre diverse tipologie di farine di carne di differenti qualità nutrizionali, sarà poi chi formula la crocchetta a scegliere quale sia la più indicata per il proprio mangime in base alle sue esigenze specifiche.
Human grade
La traduzione dall’inglese di human grade è “adatto al consumo umano”.
Il claim (dichiarazione) materie prime human grade si può trovare su alcune confezioni di petfood e vorrebbe indicare che le materie prime utilizzate avrebbero una qualità pari a quelle usate per il cibo umano.
In realtà tale indicazione è in parte scontata poiché, come abbiamo già detto parlando di sottoprodotti, le materie prime del petfood derivano da animali regolarmente macellati ed autorizzati al consumo umano e loro stesse potrebbero essere consumate dall’uomo, anche se spesso ciò non avviene perché l’offerta del mercato, specie per le frattaglie, supera di molto la domanda del consumatore umano e quindi tali materie prime sono vendute alle aziende di petfood.
E’ chiaro che l’aspetto human grade sia più facile da apprezzare ad esempio in un alimento umido dove posso vedere chiaramente il tipo di materie prime utilizzate, a differenza di una crocchetta dove le stesse materie prime sono state essiccate e trasformate in farina.
La cosa fondamentale da sapere è che tutte queste materie prime derivano da animali ritenuti idonei al consumo umano come le carni che noi tutti consumiamo ogni giorno e quindi che tutte loro sono, in origine, “human grade”.
La redazione scientifica Dogbauer
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